I 50 più grandi RIFF per chitarra nella storia del Rock – Parte 1

Un “riff” si definisce come un breve tema musicale che si ripete in una canzone, formandone la cornice musicale. Quindi, i riff di chitarra sono le basi del rock’n’roll — qui è raccolto il meglio del meglio! Impatto emotivo, valenza culturale e riconoscibilità sono tanto important quanto l’essere veloci o difficili da suonare. Nessuna lista di “migliori” potrà mai soddisfare tutti, e viene considerata una sola canzone per band.

Ecco la prima parte della classifica  presentata da Spinner.com dei 50 più grandi riff per chitarra, con relativo collegamento al video: (seconda parte qui)

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26. AIN’T TALKIN’ ‘BOUT LOVE dei Van Halen (1978) – Il solo singolo di Van Halen che non ha mai sfondato nelle classifiche sembra contenere alcuni dei lavori di chitarra più eccellenti di Eddie Van Halen. E questo è tutto dire. All’inizio Eddie non pensava neppure che valesse la pena suonare il riff per la band, ma nel corso degli anni si è messo alla prova, spuntando ovunque, dai motivi hip-hop alle arene sportive del mondo. – ASCOLTA

27. CRAZY TRAIN di Ozzy Osbourne (1980) – C’è qualcosa in Ozzy che evidentemente porta gli altri a tirar fuori il loro meglio; appare due volte sulla lista, senza mai neppure toccare una chitarra. Si mormora che, prima della sua tragica morte a 25 anni, il prodigio del metal Randy Rhoads si stava preparando a lasciare la band di Ozzy per studiare la chitarra classica. In base a “Crazy Train”, sarebbe stato sicuramente all’altezza della sfida. – ASCOLTA

28. SEVEN NATION ARMY dei The White Stripes (2003) – Fondamentalmente un riff di basso travestito, gli accordi di apertura minacciosi di Jack White sono stati spiegati come uno stato di guerra psicologica: secondo ogni gruppo marciante di ogni college americano, “Seven Nation Army” induce paura immediata nei cuori del nemico. – ASCOLTA

29. HOUSE OF THE RISING SUN dei The Animals (1964) – La canzone più vecchia della lista, “House of the Rising Sun” è una ballata folk americana che qualcuno ha fatto risalire al XVIII secolo. La canzone era stata registrata già da Woody Guthrie, Bob Dylan e diversi altri artisti quando Hilton Valentine degli Animals ha collegato la sua chitarra e l’ha portata nell’era dell’elettronica. – ASCOLTA

30. KILLING IN THE NAME dei Rage Against The Machine (1992) – Questa canzone fa venire anche a qualcun’altro la voglia di dar fuoco alla roba e rovesciare il governo? Le posizioni politiche radicali del cantante dei RATM Zach de la Rocha sono ben note, ma Tom Morello è il vero campione di diversità della band. Mischia un’accozzaglia di influenze, da Pantera ai Devo ai P-Funk, in un assalto all’umanità…e ai vostri timpani. – ASCOLTA

31. LE FREAK degli Chic (1978) – Dopo essere stati cacciati dallo Studio 54 da un buttafuori la notte di Capodanno, Nile Rodgers e Bernard Edwards degli Chic sono tornati a casa di Rodgers per dello chapagne — e una jam session alimentata dalla rabbia. Nonostante le cattive intenzioni (e il ritornello originale “Aaaaaah, fanculo!”), Rodgers ha reso semplice limonata tutti i migliori pezzi per chitarra dell’era della disco. – ASCOLTA

32. RAINING BLOOD degli Slayer (1986) – Le due reazioni più comuni  al riff “lacerante” di Jeff Hannemann sono a) scuotimento di testa incontrollabile e b) rannicchiamento in posizione fetale e pianto. Entrambe le reazioni hanno senso, perché a) il riff è un opera di genio e b) la canzone parla di essere inondati dal sangue degli angeli alla conquista del paradiso – ASCOLTA

33. SMEELS LIKE TEEN SPIRIT dei Nirvana (1991) – Il riff che ha ucciso il metal inizia in modo quasi placido, finché Kurt Cobain non schiaccia il pedale –letteralmente– e ci porta nell’era dell’angoscia esistenziale. Sebbene i giornalisti musicali hanno versato barili di inchiostro sul suo significato, ancora non riusciamo a toglierci dalla testa il cratere fumante che “Smells Like Teen Spirit” ha lasciato nel libro di storia del rock . – ASCOLTA

34. MR. TAMBOURINE MAN dei The Byrds (1965) – Bisogna  ammettere che la maggior parte dei pezzi di questa lista sono “fuori dal normale” o “forti”, ma questo non vuol dire che non ci sia spazio per il “grazioso”. Sul primo singolo dei Byrds, la Rickenbacker 12-corde di Jim (poi Roger) McGunn ha dato vita al “jingle-jangle” distintivo della band (e a quanto si dice ha convinto l’autore della canzone, Bob Dylan, a passare alla chitarra elettrica). – ASCOLTA

35. SHARP DRESSED MAN degli ZZ Top (1982) – Quella piccola vecchia band del Texas stava brancolando nel buio da oltre un decennio quando Billy Gibbons degli ZZ Top (brandendo il suo famoso pick Messicano) ha partorito questo capolavoro del sud — e ha incoraggiato una generazione di musicisti rock ad andare a comprarsi un completo. – ASCOLTA

36. ACE OF SPADES dei Motorhead (1980) – Quando Lemmy Kilmister ha persuaso il chitarrista dei Motorhead “Fast” Eddie Clarke ad usare un riff “più pesante” (spostandosi dalla corda LA al MI), è nata la colonna sonora ideale per una fuga dai poliziotti. Nonostante il tono malvagio della canzone e le sfumature metaforiche, Lemmy afferma che questo inno dei fuorilegge in realtà parla di una partita a carte. – ASCOLTA

37. OH, PRETTY WOMAN di Roy Orbison (1964) – Quando la moglie di Roy Orbison gli ha chiesto dei soldi per andare a fare shopping, il co-scrittore di Orbison, Bill Dees, ha notato che “una bella donna non ha mai bisogno di soldi”. Orbison ha iniziato a suonare sulla 12 corde e, nel giro di 40 minuti, “Oh, Pretty Woman” è venuta fuori – ASCOLTA

38. LIFE IN THE FAST LANE dei The Eagles (1976) – Glenn Frey stava riflettendo sulla frase “vivere sulla corsia di sorpasso” da quando aveva fatto una corsa in una macchina superveloce con lo spacciatore della band, ma è stato solo quando ha ascoltato il nuovo Eagle Joe Walsh suonare un riff durante le prove che il pezzo è venuto fuori. L’intro di Walsh ha formato l’ossatura della canzone e, secondo Frey, ha solidificato la posizione di Walsh nella formazione. – ASCOLTA

39. TEEN AGE RIOT dei Sonic Youth (1988) – Thurston Moore e Lee Ranaldo dei Sonic Youth non sono mai stati più, oseremmo dire, trascendenti di questa canzone di apertura dell’album “Daydream Nation” del 1988. Un mostro asimmetrico e bizzarro di intreccio sbalorditivo, è uno dei riff che segnano l’era del “rock moderno”. – ASCOLTA

40.SWEET HOME ALABAMA dei Lynyrd Skynyrd (1974) – L’ex chitarrista degli Strawberry Alarm Clock, Ed King, che si era unito ai Skynyrd come bassista nel 1972, era da poco tornato alla chitarra quando ha tirato fuori da un sogno questa gemma del rock del sud. – ASCOLTA

41. CINNAMON GIRL di Neil Young (1969) – Neil Young è stato proclamato a ragione uno dei signori dell’assolo di chitarra, ma riesce a farsi annoverare tra i migliori anche con i suoi riff. Forse l’esempio più semplice è il sali-scendi, più difficile di quanto sembra, di “Cinnamon Girl”, raggiunto tramite una combinazione complessa di “double-drop” confermandolo come uno dei chitarristi più cazzuti di sempre. – ASCOLTA

42. BEAT IT di Michael Jackson (1983) – Come fa la più grande pop star della storia a dar un sapore rock alla sua canzone? Semplice: Jackson chiama Eddie Van Hallen, allora il più grande chitarrista sulla faccia della terra. Ma Eddie ha contribuito soltanto all’assolo; il riff distintivo della canzone è stato suonato dal chitarrista dei Toto Steve Lukather. – ASCOLTA

43. IN-A-GADDA-DA-VIDA degli Iron Butterfly (1968) – Un mix perfetto di heavy (nel senso di “mi pace, wow, bello!”) e heavy (nel senso di “metal”), l’apparentemente infinito pezzo di 17 minuti degli Iron Butterfly mette alla prova la vostra pazienza mentre vi sbalordisce. Fortunatamente, il chitarrista diciassettenne della band Erik Brann aveva la resistenza giovanile per sostenere quel riff, che rimane un classico della musica. – ASCOLTA

44. THE TROOPER degli Iron Maiden (1983) – Basato sul grande poema di guerra di Alfred Lord Tennyson “The Charge of the Light Brigade”, “The Tropper” è la furiosa chiamata alle armi degli Iron Maiden, con le chitarre perfettamente in armonia di Dave Murray e Adrian Smith che guidano verso la battaglia. – ASCOLTA

45. FEEL THE PAIN dei Dinosaur Jr. (1994) – Solo un anno dopo che Spin aveva proclamato J Mascis dei Dinosaur Jr. un Dio, la risposta della “generazione dei fannulloni” a Clapton ha messo insieme due pigre traccie su chitarra per creare uno dei riff più indelebili dell’indie rock. – ASCOLTA

46. PLUG IN BABY dei Muse (2001) – Il nuovissimo eroe della chitarra dell’Inghilterra, Matt Bellamy dei Muse, ha cementato il suo status con questa suonata spacca-dite sulla “Toccata e Fuga in D minore, BWV 565” di Bach (ovvero “quella inquietante musichetta che tutti suonano sotto Halloween) – ASCOLTA

47. MY GIRL dei Temptation (1965) – E’ stato Robert White dei Funk Brothers, a fornire il riff per il singolo né1 dei Temptations, che contiene un paio di scale pentatoniche maggiori. Non sappiamo cosa voglia dire quest’ultima parte, ma probabilmente è un termine tecnico musicale per dire “magicamente accattivante”ASCOLTA

48. DIG ME OUT degli Sleater Kinney (1997) – Nonostante sia la donna più in alto nella classifica di Rolling Stone dei “Chitarristi più sottovalutati di tutti i tempi”, Carrie Brownstein degli Sleater Kinney non è tipa da volare basso. Ascoltate gli accordi di apertura adrenalinici di “Dig Me Out“, un’esplosione superpotente di energia punk su corde che urla “guardatemi!” – ASCOLTA

49. GIRL U WANT dei Devo (1980) – Ironicamente, l’album che ha cementato il contributo New Wave synth-pop dei Devo (“Freedom of Choice” del 1980) si apre con il loro riff di chitarra più rock — chiedete ai mostri del riff, i Soundgarden, che hanno fatto una cover della canzone nel 1992. – ASCOLTA

50. ALIVEdei Pearl Jam (1991) – Stone Gossard ha composto il riff di apertura per uno dei maggiori inni grunge mentre era alla leggendaria Mother Love Bone di Seattle insieme al futuro membro dei Pearl Jam Jeff Ament. La demo, originariamente chiamata “Dollar Short”, è passata per le mani di un impiegato part time di una stazione di benzina, Eddie Vedder. Il resto, è storia! – ASCOLTA

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