Come nasce un disco dei Biffy Clyro: intervista a Simon Neil

I Biffy Clyro potranno anche essere gli headliner del Sonisphere Festival questo sabato, ma dietro le scene è cambiato ben poco per la band scozzese. Il trio ha viaggiato dai pub ai club alle arene e anche oltre, mantenendo un’inflessibile etica sul lavoro, integrità e impegno nello scrivere musica davvero indimenticabile.

La rivista Rock Sound ha dedicato alla band la copertina di questo mese, e nel numero c’è uno speciale su di loro. Ecco un estratto dell’intervista:

In questa intervista, il cantante Simon Neil ripensa alla strada percorsa e a come i Biffy andranno avanti con il loro sesto album, il seguito di “Only Revolutions” del 2009 (disco di platino).

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Dove componi?
“Sin dall’inizio, ho sempre scritto le canzoni a casa, perciò l’atto di scrivere canzoni per me non è cambiato affatto e penso sia molto importante. Voglio ancora sentirmi come se stessi scrivendo la mia prima canzone in assoluto, solo perché sono in una band non voglio dover stare lì in un cazzo di studio enorme e costoso a cercare di comporre un pezzo lì su due piedi. Non è quello il momento in cui ti senti creativo e ispirato dalla musica.

Provate in una stalla vicino Kilmarnock, come è attrezzato per la band?
“Non abbiamo sedie o posti per sederci nella sala prove. Quando andiamo a provare vogliamo suonare per tutto il tempo, se iniziassimo a mettere una TV, un divano, delle sedie e qualunque altra cosa, lavoreremmo di meno. Andiamo in sala prove e suoniamo per quattro ore e poi ce ne andiamo, non siamo una band che ciondola in sala prove, ci diamo da fare. Fino ad ora ha funzionato bene.”

Dato che ci sei tu alla genesi di una canzone dei Biffy Clyro, su quanto materiale nuovo hai lavorato fino ad ora?
“Ho già circa 21 idee per delle canzoni per il prossimo disco. Stiamo cercando di lavorarci sopra quando possiamo durante il tour”

Quanto è sofisticato il tuo metodo di registrazione di queste idee? Sei tipo da Pro-tools o da registratore?
“Non registro niente, cerco di ricordare la canzone. Penso sempre che se ho composto qualcosa di buono, allora me lo ricorderò. Prima di iniziare a creare la demo di un disco, la mia mente è sul punto di esplodere perché ho in testa tutte le canzoni, senza che nessuna sia registrata in alcun modo. Ne abbiamo suonata qualcuna, ma non mi piace registrare nulla finché non sento che siamo vicini al completamento. Preparare un album è una specie di esercizio mentale, non ho spazio per pensare a nient’altro e vivere con me diventa un incubo. E’ una decisione consapevole quella di non registrare troppo presto, non voglio mai essere schiavo di un’idea o di un primo pensiero.”

Ti scrivi mai i testi?
“La maggior parte delle volte no. Spesso i testi non mi vengono in mente subito e ho bisogno di lavorare molto sulle idee verso la fine. Faccio un controllo della qualità a mente e cerco di dimenticare tutti i versi di merda che ho pensato, i versi buoni invece li ricordo abbastanza da costruirci intorno una canzone.”

Allora le canzoni vengono fuori come sconosciute?
“E’ importante rimanere ingenui su quello che stiamo facendo. Non mi piacerebbe essere in una band che rimugina troppo. Con gli ultimi due album siamo diventati più popolari, ma voglio continuare a comporre le canzoni come facevo quando a nessuno fregava nulla della nostra band, sapendo di rimanere sempre fedeli a noi stessi.”

 


 

Il chitarrista degli Oceansize Mike Vennart suona dal vivo con la band da molto tempo? Scriverà o registrerà mai delle canzoni dei Biffy Clyro insieme a voi?
“Ad essere onesto, vedo sempre i Biffy come noi tre soli. Gli Oceansize erano una delle migliori band di sempre, lui era uno dei migliori parolieri e non vorrei mai che venisse visto come il secondo chitarrista della nostra band. Io e Mike abbiamo un progetto chiamato Empire State Bastard e prima o poi faremo un cazzo di folle disco rock, me non permetterei che la cosa collida con i Biffy. Noi tre siamo la chimica perfetta ed è sempre stato così. La gente merita di sentire di cosa è capace Mike senza che si confonda con i nostri progetti, chi non ha mai sentito gli Oceansize, dovrebbe andare ad ascoltare i loro album, ti cambiano veramente la vita.”

 

 

Stanno già cercando di darvi delle scadenze o di portarvi in studio a registrare il nuovo album?
“No, visto che non permettiamo a nessuno di sentire nulla finché non abbiamo pronte tutte le canzoni tra cui poi scegliere per l’album. Non permettiamo a nessuno di prenotare uno studio se prima non abbiamo l’album pronto e un’idea chiara di quello che stiamo andando a registrare. Nessuno influenza quello che facciamo; nessuno ci impone le proprie opinioni o prende decisioni a parte noi. C’è sempre il nome della nostra band sulla copertina del disco e in ballo c’è la nostra reputazione, perciò abbiamo la responsabilità di creare qualcosa di cui poter essere orgogliosi. Quando ne saremo orgogliosi, inizieremo a parlare e a fare programmi.”

 

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