Sono l’unità di misura delle scommesse sportive, il numero che descrive l’idea suggerita dal pronostico, la cifra che trasforma tutti gli appassionati in matematici: le quote, il pane degli allibratori dato in pasto agli scommettitori, figlie di un complesso calcolo matematico che alla fine riconduce sempre al medesimo risultato: le quote sono studiate per non far perdere il banco.
Oltre l’assunto più scontato le quote suggeriscono anche la percentuale di rischio che il bookmaker ha considerato per un dato evento sportivo. La quota più bassa rivela il risultato più probabile, come noto, eppure basta un semplice calcolo per avere subito una percentuale: se l’ipotetica partita Lazio-Sassuolo ha al segno 1 una quota da 1,60 significa che, secondo il bookmaker, la percentuale che la Lazio vinca è al 62,5%.
Ma chi decide quali quote applicare ai match? Questa responsabilità spetta agli operatori della trading room aziendale, in pratica l’ufficio quote. Potremmo definire la trading room uno dei cuori pulsanti delle aziende che si occupano di gambling online, casa di esperti nella gestione del rischio, analisti del gioco, professionisti nell’accettazione delle scommesse e del trading (ancor più difficile se live). Gli elefantiaci palinsesti sui quali misurare la propria conoscenza e capacità previsionale in ambito sportivo nascono qui, e noi abbiamo avuto la possibilità di porre le nostre domande ad alcuni di questi esperti. Per la precisione, professionisti non di un qualunque ufficio quote ma di quello di uno dei leader del mercato italiano, i quotisti dell’ufficio quote di SNAI.
Cominciamo da una curiosità comune a molti scommettitori: perché le quote sono spesso simili, se non proprio uguali, tra i vari bookmaker? C’è qualcuno che copia l’altro o una sorta di accordo?
Nessuna delle due è corretta, o almeno non del tutto. Più di una copia o di un accordo si tratta di un allineamento dell’offerta quote per non cadere vittime (mi riferisco agli operatori di gioco) di fenomeni speculativi che spesso avvengono quando altri mercati come quello inglese o asiatico offrono quote sensibilmente diverse dalle nostre. Non per forza più alte o più basse, ma solo diverse.
Quali sarebbero questi fenomeni speculativi?
Su tutti parliamo delle “sure-bet”, ovvero delle scommesse sicure. Prendiamo una qualsiasi partita e consideriamo il classico 1-x-2, se provassimo a scommettere su tutti e tre i risultati contemporaneamente ce ne sarebbe sempre uno che porterebbe, nonostante la vincita, a non guadagnare. Questo è abbastanza ovvio, ma con il betting online un giocatore può aprire svariati conti e puntare su vari portali con una certa scioltezza. Se quella stessa partita riceve quote diverse dagli allibratori terzi è possibile che si riesca a realizzare una “sure-bet” semplicemente puntando su tutti e tre i risultati ma su piattaforme di gioco diverse. Quasi mai questa si rivela una strategia fruttuosa per il giocatore, proprio in virtù di questo “allineamento”, nel medio-lungo periodo però questa strategia diventa nociva per il banco, soprattutto se non arginata.
Quindi le quote italiane sono pressoché le stesse, inglesi e asiatici invece si regolano diversamente.
Parliamo di mercati diversi con una liquidità molto superiore alla nostra. La nostra abilità consiste nell’adeguarsi alle situazioni. Consideriamo una partita come Juventus – Real Madrid, la quota italiana del Real cresce fino a 4,00 perché in molti puntano sulla squadra di casa, all’estero però credono negli spagnoli e ci puntano facendo scendere la vittoria del Real a 3,50. A questo punto il nostro moltiplicatore è più alto e spingerà molti a puntarci, a noi il compito di decidere se accettare il gioco speculativo o intervenire su allibramento o accettazione.
Questo conferma che un flusso di gioco insistito su una quota porta al suo abbassamento.
Su questo non c’è dubbio. Si tratta di una forma di protezione del banco, il bookmaker non solo decide se abbassare la singola quota ma addirittura può diminuire l’intera percentuale di allibramento della scommessa, quello che si definisce aggio teorico del banco (il guadagno), diminuendo così tutte le quote coinvolte.
Ma è vero che i bookmaker rigiocano le scommesse rischiose contro altri allibratori per avere una sorta di assicurazione?
Allora, in Italia questa è una pratica illegale, quindi per quanto ci riguarda no. All’estero invece è quasi una consuetudine, si trovano addirittura dei broker assicurativi che effettuano questo servizio per conto delle aziende.
Esistono quindi grandi differenze tra bookmaker italiani e stranieri, se parliamo degli scommettitori invece?
Altrettanto! Possiamo fare l’esempio con i giocatori inglesi: mentre gli italiani preferiscono multiple da 6 eventi i britannici puntano su 4. Questo per dire che rischiano meno, vincono cifre inferiori ma più di frequente. L’atteggiamento del giocatore medio italiano tende, invece, alla vittoria della vita, e quindi va in cassa molto meno di frequente.
E gli italiani a quale scommessa sono più affezionati?
Se escludiamo il classico da schedina 1-x-2 vediamo che in mezzo al mare magnum delle tipologie spiccano le combobet che abbinano due risultati insieme, ma anche le più atipiche scommesse sui marcatori, sui cartellini assegnati dall’arbitro, sui calci d’angolo. Poi ci sono le fasi di gioco live che vedono nettamente avanti le puntate sui gol (prossimo gol, under/over ecc) la soluzione che abbina meglio l’intrattenimento della partita alla possibilità di vincita.
Per concludere, c’è una tipologia di scommessa che è stata ancora poco battuta ma che ha statisticamente un buon ritorno?
Se stiamo per dare un consiglio allora partiamo dal principio base: meno si gioca più si vince. Non è un caso che le scommesse con il payout migliore (anche sopra il 90%) sono quelle live che sono mediamente delle singole. Molte soddisfazioni potrebbe, invece, dare una novità che è lo scorecast ovvero la combinazione tra risultato esatto e marcatori, una miscela perfetta per chi conosce tutto della squadra per cui tifa o su una squadra in particolare e può così puntare su un pronostico molto difficile e incerto ma con un moltiplicatore davvero di spessore.