I 50 più grandi RIFF per chitarra nella storia del Rock – Parte 2

Un “riff” si definisce come un breve tema musicale che si ripete in una canzone, formandone la cornice musicale. Quindi, i riff di chitarra sono le basi del rock’n’roll — qui è raccolto il meglio del meglio! Impatto emotivo, valenza culturale e riconoscibilità sono tanto important quanto l’essere veloci o difficili da suonare. Nessuna lista di “migliori” potrà mai soddisfare tutti, e viene considerata una sola canzone per band.

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Ecco la seconda parte della classifica  presentata da Spinner.com dei 50 più grandi riff per chitarra, con relativo collegamento al video: (prima parte qui)

1. (I CAN’T GET NO) SATISFACTION dei Rolling Stones (1965) – Hey, chitarristi, potreste prendere in considerazione l’idea di mettere un registratore affianco al vostro letto. Come molte delle grandi invenzion della modernità, “Satisfaction” dei Rolling Stones si è presentata in sogno. Secondo Keith Richards, si è svegliato, tanto quanto bastava per registrare tre cose: 1) la frase “I can’t get no satisfaction”, 2) i tre accordi che sono diventati l’icona del rock’n’roll, e 2) 40 minuti di russare. – ASCOLTA

2. VOODOO CHILD (SLIGHT RETURN) di Jimi Hendrix (1968) – La maggior parte dei chitarristi, dal primo all’ultimo, vi diranno che “Voodoo Child” è la più grande canzone per chitarra elettrica mai incisa. Perciò ecco tutto. La parte veramente spaventosa? Hendrix e la band hanno completato la traccia tutta d’un fiato quando una troupe televisiva che stava registrando in studio gli chiese di sembrare occupati nella registrazione”. – ASCOLTA

3. IRON MAN dei Black Sabbath (1970) – La maggior parte delle canzoni “vengono mandate alla radio” o “escono dai vostri altoparlanti”. Non “Iron Man“. “Iron Man” bracca la Terra. Sbanda tra i continenti, divorando tutto lungo il suo cammino. Il riff è così mastodontico, che il resto della canzone è stato scritto intorno ad esso, dopo che Ozzy Osbourne aveva notato che suonava “come un grande tizio di ferro che cammina qua e la”. – ASCOLTA

4. HEARTBREAKER dei Led Zeppelin (1969) – Scegliere il miglio riff di Jimmy Page è come scegliere la miglior posizione sessuale: può trovare un’argomentazione convince per la gran parte di esse. Alcuni riff richiamano più tecnica e destrezza manuale (Black Dog), mentre altri richiedono una pennata potente (Kashmir), ma tutti ti lasciano stanco e felice. Abbiamo scelto “Heartbreaker” perché, beh, dovevamo sceglierne uno, e questo da’ un bel po’ di calci in culo. – ASCOLTA

5. JOHNNY B. GOODE di Chuck Berry (1958) – Una canzone di un genio della chitarra su un genio della chitarra non poteva che essere destinata ad essere un lavoro di, beh…il genio della chitarra Chuck Berry. Non importa quello che ci dice “Ritorno al Futuro”, “Johnny B. Goode” non ha fatto nascere il rock’n’roll (il riff è soltato una versione potenziata di “Ain’t That Just Like A Woman” di Louis Jordan), ma senza dubbio gli ha fatto fare un gigantesco passo avanti. – ASCOLTA

6. YOU REALLY GOT ME di The Kinks (1964) – Due accordi e un atteggiamento altezzoso era necessario ai Kinks per “inventare” l’hard rock. OK, l’ultima parte era un po’ un’esagerazione, ma Dave Davies aveva smembrato con un taglio il suo amplificatore per massimizzare il crepitio e la distorsione in questi “power chords” diabolici. Che, in fin dei conti, è il punk rock. – ASCOLTA

7. SWEET CHILD O’ MINE dei Guns’N’Roses (1987) – Il riff icona degli anni ’80 è iniziato come uno scherzo, ed è stato  accantonato al suo creatore come “completamente melenso”. Slash a quanto pare stava solo cercando di far ridere Steven Adler, “facendo facce buffe e comportandosi da idiota”, quando ha suonato queste note. Fortunatamente per noi, il resto dei Guns’N’Roses è riuscito a convincerlo che non era stata una totale perdita di tempo. – ASCOLTA

8. BACK IN BLACK degli AC/DC (1981) – Secondo la leggenda, Malcolm Young stava andando a gettare il nastro che poi sarebbe diventato il riff di apertura di “Back In Black” degli AC/DC, ma suo fratello Angus lo persuase a conservarlo. Quando morì il cantante Bon Scott, i fratelli riaggiustarono l’originale, e il nuovo cantante Brian Johnson aggiunse il testo come tributo a Scott. – ASCOLTA

9. MONEY FOR NOTHING dei Dire Straits (1985) – Mark Knopffler dei Dire Straits sicuramente è riuscito a comunicare il suo senso del dramma. Dopo una costruzione massicca che suona come un’armonizzare di orchestra, vengono esclusi tutti gli altri suoni appena in tempo per il suo grande ingresso. Ma quel suono di chitarra “scrocchiante” quasi non si sente su nastro: un ingegnere del suono ha affermato che fosse il risultato di un microfono piazzato male per errore. – ASCOLTA

10. ENTER SANDMAN dei Metallica (1991) – “Enter Sandman“, probabilmente la miglior canzone metal conosciuta sulla faccia della terra, è stato uno dei più grandi punti di svolta della band. Kirk Hammett sapeva che non era una classica canzone dei Metallica, ma all’epoca non aveva idea di cosa avesse creato. “Pensavo che sarebbe stato grandioso scrivere un riff alla ‘Smoke on the Water’. Credo di avercela fatta!”. – ASCOLTA

11. DAY TRIPPER di The Beatles (1965) – Dall’alto dei loro poteri, i Beatles avrebbero potuto prendere la grande idea di una persona e trasformarla in tre minuti di perfezione totale. John Lenno è arrivato in studio con il testo e un ‘hook’ incredibilmente blues, e attraverso il miracolo del double-tracking e la brillante seconda chitarra di George Harrison, hanno creato un capolavoro della chitarra. – ASCOLTA

12. SUNSHINE OF YOUR LOVE dei Cream (1968) – Di nuovo Clapton, che suona un riff scritto da qualcun altro. Naturalmente, il caro vecchio ‘Slowhand’ ha tirato fuori il solo ispirato al classico della canzone “Blue Moon”, ma è stato il bassista Jack Bruce ad aver creato il riff più caratteristico dei Cream, dopo aver visto insieme a Clapton un concerto di Jimi Hendrix. – ASCOLTA

13. REBEL REBEL di David Bowie (1974) – Una canzone su, indovinate un po’, un ribelle a cui piace vestirsi da donna richiede un certo ammontare di pavoneggiamento, e Bowie ne ha fornito a palate. Per la sua prima hit glam senza il dio della chitarra Mick Ronson al suo fianco, Bowie si è fermato a tutte le uscite, tornando con un riff piccante, dichiarando la sua indipendenza nel suonare da solo. – ASCOLTA

14. HIT IT AND QUIT IT dei Funkadelic (1971) – Restate immobili durante questa canzone. Sul serio, provateci. Si, neanche noi ci riusciamo. Un solo uomo ha mai potuto sfidare la supremazia di Jimi Hendrix pedale wah-wah, e quell’uomo è Eddie Hazel, maestro della chitarra funk. Le influenze di “Hit It And Quit It” dei Funkadelic, con il suo mix di funk e hard rock, si possono ascoltare in chiunque, dai Living Colour ai Red Hot Chili Peppers. – ASCOLTA

15. THIS CHARMING MAN di The Smiths (1983) – A metà degli anni ’80, la maggior parte delle acrobazie chitarristiche da lasciare a bocca aperta erano eseguite dalle band metal, ma un  pallido giovanotto di Manchester chiamato Johnny Marr stava facendo cose nel “jangle pop” che sbalordiscono ancora oggi. Soltanto ascoltare “This Charming Man” degli Smiths — che sembra suonata a quattro mani — ci fa stancare le dita. – ASCOLTA

16. 20th CENTURY BOY dei T.Rex (1973) – La scena glam inglese potrà anche essere stata tutta glitter e make-up, ma ha prodotto alcuni sound per chitarra veramente macho. In termini di pura ferocia, niente si avvicina ai mostruosi accordi di apertura di Marc Bolan nella canzone “20th Century Boy” dei T.Rex, un armonia inusualmente pesante che ha spinto la sua Les Paul ai limiti. – ASCOLTA

17. SMOKE ON THE WATER dei Deep Purple (1972) -Ritorniamo alle basi. Ritchie Blackmore ha tirato fuori questo riff per i Deep Purple durante una jam session, ma pensava che fosse troppo semplice per essere usato in una canzone. Forse per questo è il “Primo riff di chitarra che tutti imparano a suonare” secondo Planet Earth. – ASCOLTA

18. LAYLA  di Derek and the Dominoes (1970) – Accompagnata da tutte le voci sullo scandalo, Clapton scrisse questa canzone sull’allora moglie di George Harrison, Patti, che presto gli avrebbe portato via — il riff “tormentato” della canzone viene da Duane Allman. Lui e Clapton l’hanno suonata in modo bestiale. – ASCOLTA

19. LOOK-KA PY PY di The Meters (1969) – Lo scuotimento di testa in su e giù di Leo Nocentelli dei Meters è la quintessenza del groove di New Orleans — esageratamente funky, ma abbastanza flemmatico per essere ballabile al 100%. – ASCOLTA

20. FUNK 49 di James Gang (1970) – Contenente il riff che ha lanciato migliaia di pubblicità della birra, “Funk 49 è stata la firma della James Gang, un trio di Cleveland di cui faceva parte un chitarrista chiamato Joe Walsh.  Diciamo solo che c’è un motivo se Walsh appare in questo elenco due volte. – ASCOLTA

21. I WANNA BE YOUR DOG di The Stooges (1969) – Quando si parla di rock’n’roll, it comes to rock ‘n’ roll, l’emozione vince sulla qualità artistica nove volte su dieci, e “I Wanna Be Your Dog”  degli Stooges è  una bestia di puro desiderio primordiale. I tre mostruosi accordi di Ron Asheton sono strisciati fuori dal brodo primordiale, si sono collegati direttamente al cervello collettivo dell’umanità, e hanno dato vita alla sofferta esistenza del punk rock. – ASCOLTA

22. BOOM BOOM di John Lee Hooker (1961) – Ispirazione di artisti come Page, Clapton e Richards, la pietra miliare del blues John Lee Hooker e la sua influenza sono enormi. Senza questo pezzo ad aprire la strada, ci saremmo potuti scordare le band blues-rock, dai White Stripes ai Black Keys. – ASCOLTA

23. JESSICA di The Allman Brothers (1973) – Solo un anno dopo la morte in moto di Duane Allman (e poche settimane dopo la morte, avvenuta in similmente in modo inquietante, del bassista Berry Oakley) Dickey Betts e Les Dudek hanno messo insieme questo pezzo strumentale, che prende il nome dalla figlia di Betts. Tributo al chitarrista leggendario Django Reinhardt, l’intera canzone è difatti suonata utilizzando soltanto due dita. – ASCOLTA

24. WALK THIS WAY degli Aerosmith (1975) – Nonostante Steven Tyler rivendichi che sia un accenno allo stile blues degli Yardbirds, Joe Perry, che ha creato il riff per gli Aerosmith durante un souncheck alle Hawaii, dice che stava cercando un suono funk, da qualche parte tra i Meters e James Brown. I timori di Perry di essere “pericolosamente vicino alla musica disco” erano infondati, ma Russell Simmons e Run-DMC aveva notato il potenziale hip-hop. – ASCOLTA

25. SING A SIMPLE SONGdi Sly and the Family Stone (1968) – La Telecaster di Freddie Stone ha aiutato a portare il funk sotto la luce dei riflettori verso la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. La canzone è tutto meno che “semplice”, ed è diventata una delle canzoni funk più rivisitate di tutti i tempi. – ASCOLTA

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Guarda la prima parte