The Darkness sono a buon punto nella realizzazione del loro terzo album, anche se i piani per la sua eventuale pubblicazione sono ancora “piuttosto vaghi”, a detta del chitarrista Dan Hawkins.
Durante una conferenza stampa, il frontman Justin Hawkins ha detto ai giornalisti:
Nove canzoni sono già pronte, tutte finite, sono tutte buone e brillanti. Abbiamo ancora due settimane di registrazione a gennaio, e alcune parti sono già in missaggio proprio mentre parliamo, perciò ormai è praticamente finito.
Suo fratello Dan dice di sperare in una release primaverile, e Justin aggiunge:
Mi piacerebbe che fosse al mio compleanno, che è il 17 marzo. Sarebbe il mio regalo definitivo per me stesso.
Nessuna rivelazione sul titolo, che a quanto pare non è ancora stato scelto. Justin:
Non voglio neppure dirvi quello che sappiamo non sarà [il titolo]. Suppongo che quando sarà finito, sceglieremo il nome meno brutto.
L’album sarà il primo pubblicato dalla band dopo “One Way Ticket to Hell…and Back“, del 2005, e dal loro album di debutto “Permission to Land” del 2003, che aveva visto il disco d’oro e di platino per ben 4 volte nel Regno Unito.
Nel 2006 il gruppo si era diviso a seguito dell’abbandono di Justin, entrato in riabilitazione per i suoi problemi di alcool e cocaina. I rimanenti membri del gruppo hanno quindi formato gli Stone Gods e continuato a suonare senza il vecchio frontman, mentre Justin si è dato da fare creando un proprio progetto musicale, gli Hot Leg, e collaborando con Meat Loaf, Def Leppard, Adam Lambert e Steel Panther. Quest’estate i Darkness si sono quindi riuniti per suonare in Inghilterra al Dowload Festival, per poi tenere diversi concerti tra il Regno Unito e il Giappone. E l’1 febbraio a Toronto partirà un tour di 13 date del Nord America.
Justin Hawkins ha infatti detto che dopo il Download, la priorità del gruppo è stata quella di lavorare sull’album, ma ci sono stati dei ritardi per via della grande richiesta di ulteriori concerti.
La band sta lavorando con il collaboratore di lunga data Nick Taylor, e Dan Hawkins ha descritto il sound del nuovo album come molto più simile al loro debutto che non al secondo disco.
Stiamo cercando di riportare il tipo di sound rock più organico dei Darkness. Piuttosto che chiamare un produttore dal grande nome, abbiamo deciso di fare per conto nostro, come per il primo disco. […]
Detto questo, Justin Hawkins ha aggiunto che l’epica ampollosità di hit come “I Believe in a Thing Called Love” e “Love is Only a Feeling” è evidente nel nuovo materiale.
Ci sono alcune canzoni che sono così. Penso che si continua ad aggiungere nuova roba, e poi quando si sente che sta per crollare tutto, se ne sottrae un po’. Lo abbiamo fatto un po’ di più in questo album perché ne avevamo il tempo. Tempo più perversione uguale musica a strati.
The Darkness stanno testando direttamente sul campo le loro canzoni, e già dall’inizio del nuovo tour negli States si potranno ascoltare “I Can’t Believe It’s Not Love“, la prima canzone che hanno scritto dopo la loro reunion, ma anche “Best of Me” e “Out of This World“. Justin:
I nostri ricordi più cari di pubblico sono legati agli Stati Uniti. Ricordo di essere stato praticamente sopraffatto la prima volta e mi ha dato da pensare che era esattamente quello il motivo per cui volevamo [suonare]. Ho sempre sperato che l’America potesse essere un posto grandioso per noi, e durante quel primo tour è sembrato che potesse essere così… Ci vorrà del duro lavoro, ne sono consapevole. È questo quello in cui mi voglio applicare a fondo ora. Ho un approccio molto più simile a uno sportivo che non ad un artista.
Riguardo al futuro della band, Justin è convinto che i loro rapporti non deterioreranno nuovamente
C’era un sacco di roba in cui ci eravamo impantanati e non ne valeva la pena. Sono fiducioso che una migliore comunicazione, soprattutto con Dan, impedirà ai Darkness di implodere di nuovo.
Ne abbiamo passate di cotte e di crude in quest’ultimo anno, e tutto quello che abbiamo fatto ci ha avvicinati. Adesso ci comprendiamo a vicenda, e penso che stiamo ancora scoprendo delle cose l’uno sull’altro….Quando ci sediamo e mettiamo le cose in chiaro, sappiamo già quello che gli altri stanno pensando. Siamo come dei fratelli tradizionali, davvero; penso che adesso siamo abbastanza grandi da comprenderci l’un l’altro.
Fonte intervista: Billboard