Ecco il testo Originale di Fucked Up – Life in Paper in fondo la Traduzione
“Who can I trust?
All I see is an empty sky.
Who can I trust?
What good’s a God who can’t hear my cries?
Who can I trust?
These paper walls are closing in on me.
Who can I trust?
Nothing left for me to believe.
With crooked compass, you navigate.
And slanted motive, you narrate.
Cross the lines to twist fate.
Lose the plot as you obdurate.
Prop yourself on a turn of phrase.
What are you hiding, why are you afraid?
I see a bias lurking in your verbs.
Your actions speak louder than your words.
As you allege I must object.
You are the cause to the effect.
Who can I trust?
All I see is an empty sky.
Who can I trust?
What good’s a God who can’t hear my cries?
Who can I trust?
These paper walls are closing in on me.
Who can I trust?
Nothing left for me to believe.
Dot your I’s and cross your T’s.
Build a cage of words and throw away the keys.
Paint a picture with foul adjectives.
Punish the subject with the subjective.
Steal the scene for your pronouncement of a sentence for the common nouns.
But you changed the name before the predicate – an error of grammatical etiquette.
I stand alone with my independent clause: She may be gone but I am not the cause.
You left your role with your passive voice.
Our outcome is not your choice.
Tried to set the tone and tense.
This life in paper that you have spent has left you cruel and discontent.
Rip the pages right out of your book.
Blind to your words, deaf to your hooks.
Escape the tempo and the time.
I cut the bars and fall out of my lines.
Who can I trust?
All I see is an empty sky.
Who can I trust?
What good’s a God who can’t hear my cries?
Who can I trust?
These paper walls are closing in on me.
Who can I trust?
Nothing left for me to believe.”
[nextpage title=”Traduzione in italiano della canzone”]Ecco la Traduzione
“Di chi mi posso fidare?
Vedo soltanto un cielo vuoto.
Di chi mi posso fidare?
Cosa c’è di buono in un Dio che non riesce a sentire le mie urla?
Di chi mi posso fidare?
Questi muri di carta si stanno chiudendo su di me.
Di chi mi posso fidare?
Non mi è rimasto niente in cui credere.
Navighi con una bussola storta.
E narri un motivo tendenzioso.
Superi i limiti per dare una svolta al fato.
Perdi la trama perché ti intestardisci.
Ti appoggi a un cambio di frase.
Cosa stai nascondendo, perché hai paura?
Vedo un pregiudizio latente nei tuoi verbi.
Le tue azioni parlano più forte delle tue parole.
Mentre tu affermi, io devo obiettare.
Tu sei la causa dell’effetto.
Di chi mi posso fidare?
Vedo soltanto un cielo vuoto.
Di chi mi posso fidare?
Cosa c’è di buono in un Dio che non riesce a sentire le mie urla?
Di chi mi posso fidare?
Questi muri di carta si stanno chiudendo su di me.
Di chi mi posso fidare?
Non mi è rimasto niente in cui credere.
Metti i puntini sulle e I e i trattini alle tue T.
Costruisci una gabbia di parole e getta via le chiavi.
Dipingi un ritratto con aggettivi osceni.
Punisci il soggetto con il soggettivo.
Ruba la scena per il tuo discorso di una frase per i nomi comuni.
Ma hai cambiato il nome prima del predicato – un errore di protocollo grammaticale.
Io resto da solo con la mia proposizione indipendente: Lei può essersene andata, ma io non sono la causa.
Hai lasciato il tuo ruolo ad una voce passiva.
Il nostro esito non dipende dalla tua scelta.
Hai tentato di impostare il tono e il tempo.
Questa vita su carta che hai passato ti ha lasciato crudele e scontento.
Strappa le pagine del tuo libro.
Cieco alle tue parole, sordo ai tuoi agganci.
Fuggi dal ritmo e dal tempo.
Io taglio le barre e finisco fuori dai miei versi.
Di chi mi posso fidare?
Vedo soltanto un cielo vuoto.
Di chi mi posso fidare?
Cosa c’è di buono in un Dio che non riesce a sentire le mie urla?
Di chi mi posso fidare?
Questi muri di carta si stanno chiudendo su di me.
Di chi mi posso fidare?
Non mi è rimasto niente in cui credere.”.
©kiocciolina 2011